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Le esperienze meno "da aspie" che avete fatto?
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Commenti
Cosa faccio io di particolarmente "aspie"?
Sto tentando di darmi una risposta, soprattutto dopo aver scoperto questo forum.
Non sono ancora in grado di capire come e perchè sia riuscita più o meno a fare moltissime cose nt, e non comprendo invece come dopo un colloquio clinico, mi è stato detto quasi con assoluta certezza, di rientrare nello spettro.
Sicuramente ho degli aspetti bizzarri, una vita non molto lineare, un modo tutto mio di vedere il mondo, ma a parte alcune piccole cose conduco una vita che avrei definito normale prima di tale scoperta.
Mi sto seriamente chiedendo se non viva l'illusione di apparire neurotipica.
Mi sto chiedendo allo stesso modo, quanto realmente io sia consapevole di me stessa e di come appaia.
Spero che le sorprese di questo grande vaso di pandora, mi portino ad acquisire maggiore consapevolezza , e che mi possano condurre ad una crescita positiva.
Capt.
Kirk: Mr. Spock, we seem to be taking an unscheduled ride. Spock:
Interesting.
Fare l'insegnante, aprire una ditta e parlare io con i clienti, cercare clienti. La gestione fiscale e la commercialista per fortuna non erano mio appannaggio, ma della mia socia. Se c'è una categoria che non capisco sono i commercialisti (specie quelli che passano la vita a chiacchierate di altro invece che spiegarti le cose per cui sei lì).
Viaggiare da solo. Comporta quantità di stress... Ma ho imparato almeno a parlare con il capotreno per evitare problemi e chiarire dubbi. E poi mi piace scoprire il mondo a modo mio e con i miei tempi. Anche se vuol dire stare un'ora fuori da un ristorante prima di riuscire ad entrare.
Non so se è meno da Aspie, ma secondo me molto sano da fare è teatro. Ho una laurea in cinema e teatro (dams), ho fatto coperto vari aspetti del lavoro (in 12 anni sono stato attore, sceneggiatore, scenografo, regista e tecnico luci/musica), e posso dire che come ambiente è molto aspie-friendly. A parte qualche problema a livello sensoriale (musica troppo alta, luci troppo forti), fare teatro da attore è incredibile come "terapia", si imparano una marea di cose sul non-verbale, la mimica e la gestualità.
È stata una grande palestra, però!
Però ne ho una nuova da raccontare, che è davvero fuori da tutti i miei canoni.
Ieri sera stavo facendo una pausa (leggesi: tentavo una fuga) dal lavoro (che peraltro svolgo in modo autonomo, quindi ho poco da cui fuggire se non voglio morire di fame) e sono sceso a fare una camminata nella via sotto casa. Lo faccio spesso perché mi aiuta a pensare e faccio sempre lo stesso giro.
Quando sono uscito dal portone è passata una donna che stava singhiozzando e piangendo. Si vedeva che stava davvero male, mi sono sforzato e le ho chiesto "Va tutto bene?" (In retrospettiva non è la domanda giusta, no). Pensavo che avesse scoperto che il suo compagno la tradisce o che fosse appena stata lasciata. Si è girata, mi ha guardato ed è andata via.
Pensavo che magari aveva qualcuno che la stava aspettando.
Quando stavo rientrando è tornata indietro anche lei (è l'incrocio tra due vie, quindi non poteva vedermi), e si è fermata, sempre piangendo disperata. Io ci ho messo un po', ma sono andato a parlarle, lì in mezzo alla strada. Già sapevo che non avrei potuto fare niente, sembrava un pianto troppo grande per poterci fare qualcosa, ma credo che il fatto che ci fosse qualcuno a farle compagnia e ad ascoltarla le bastasse. Ci ha messo due ore, ma alla fine si è ripresa ed è andata a casa sua.
Quindi sono contento di averla aiutata, di aver fatto un passo oltre è aver parlato con una sconosciuta, ma sono anche terrorizzato dal fatto che magari vuole parlare ancora e che possa cercarmi. Nel qual caso non saprei proprio cosa fare.
Decisamente è la cosa "meno aspie" (almeno per come sono fatto io) che io abbia mai fatto in vita mia, non perché l'ho aiutata, ma perché sono stato lì a parlarle e perché l'ho aiutata ad andare a sedersi su una panchina, e io le persone non le tocco mai e non sopporto mi si tocchi.