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La vita confusionaria

in Mi presento
Ciao a tutti,
sono qui praticamente in punta di piedi perché c'è parecchia confusione in me.
Sono sulla trentina (in difetto) e manterrò nebuloso il mio nome perché mi piace la mia privacy.
Ho sempre avuto problemi, fin dalla più tenera età, però non abbastanza da attirare l'attenzione, anzi, la mia psicologa ha sempre detto che io evitavo in tutti i modi qualsiasi tipo di attenzione. Inoltre dati grossi problemi in famiglia, c'era altro a cui pensare quando sarebbe stato maggiormente il momento di darmi retta.
Comunque ho proseguito claudicante la mia vita nel completo isolamento (ho le stesse 3 amiche dalle elementari) e amo parecchio starmene in casa con la mia famiglia a fare le cose che mi piacciono di più (scrivere, giocare ai videogiochi, leggere, guardare netflix).
Nulla di particolarmente eccitante insomma.
Ho superato zoppicando le scuole e ho lasciato alle spalle una storia "romantica" pericolosissima per la mia psiche. Dopo la fine di questa storia c'è stata l'iscrizione all'università, primo corso di laurea fallito miseramente e poi un secondo corso di laurea in cui sono praticamente fuori corso: non riesco a frequentare, faccio fatica a studiare e gli esami sono un tema in sanscrito soprattutto quelli orali (attenzione: non provo assolutamente nessun tipo di ansia o paura nell'affrontarli).
Di lavoro non ne parliamo. Diciamo che proprio a causa dei problemi famigliari che ho citato prima, il lavoro è d'obbligo per mantenersi gli studi però... È impossibile mantenerne uno.
Di lavoro non ne parliamo. Diciamo che proprio a causa dei problemi famigliari che ho citato prima, il lavoro è d'obbligo per mantenersi gli studi però... È impossibile mantenerne uno.
Passiamo alla mia storia clinica.
Diagnosi di disturbo bipolare e una manciata di disturbi della personalità, anni di psicoterapia, nessun giovamento.
Della vita sociale poco mi importa, sto benissimo a casa mia a fare le mie cose, non mi interessa proprio essere un animale sociale. Anzi se esco mi vengono gli attacchi di panico per via del rumore caotico dei locali, puzza di cibo e il contatto fisico con le altre persone che mi danno estremamente fastidio in certi contesti.
Della vita sociale poco mi importa, sto benissimo a casa mia a fare le mie cose, non mi interessa proprio essere un animale sociale. Anzi se esco mi vengono gli attacchi di panico per via del rumore caotico dei locali, puzza di cibo e il contatto fisico con le altre persone che mi danno estremamente fastidio in certi contesti.
Però il lavoro è essenziale e io ho delle grosse difficoltà. Non capisco cosa gli altri vogliano da me, non riesco ad anticiparli, prendo tutto alla lettera (se mi dicono "fai questo" io faccio quello e basta, non quello che va solitamente fatto PIU' quel nuovo compito...Non ci arrivo. Quindi poi mi tocca chiedere e gli altri mi ridono in faccia dicendomi che è ovvio che devo fare tutto e non solo quello che mi viene chiesto, per esempio) non noto le dietrologie.
Non so più cosa pensare. L'atterraggio qui è avvenuto in un momento dove ho perso l'ennesimo lavoro e si tratta di un lavoro che mi interessava parecchio (riguardante naturalmente i miei interessi coltivati tra le mie quattro mura).
Ho il sospetto di avere qualcosa di diverso rispetto a quello che mi hanno diagnosticato frettolosamente quando ero adolescente (e tramite asl tra l'altro), ma non ho il coraggio di andare da un medico e dirgli come fare il suo lavoro.
Questo è quanto, magari voi potrete darmi dei consigli.
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Commenti
:D
Già che abbia una fine è bellissimo, no?
Grazie mille