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Convivenza

Sto prendendo in considerazione l'andare a convivere con il mio ragazzo entro l'anno prossimo. Lui già vorrebbe.
Ero partita con la convinzione che ci sarebbero voluti ancora molti anni prima di andare ad abitare insieme per il timore che potremmo essere meno "efficienti", ma quando passo alcuni giorni da lui, metto il turbo nella vita quotidiana.
In piú non riesco piú a tollerare la mia coinquilina, ha dei difetti ma penso che ormai non sopporterei chiunque, non è colpa sua.
Voi avete mai convissuto con il vostro partner? Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a farlo?
Abitando insieme la vostra vita è cambiata in positivo od in negativo?
Ero partita con la convinzione che ci sarebbero voluti ancora molti anni prima di andare ad abitare insieme per il timore che potremmo essere meno "efficienti", ma quando passo alcuni giorni da lui, metto il turbo nella vita quotidiana.
In piú non riesco piú a tollerare la mia coinquilina, ha dei difetti ma penso che ormai non sopporterei chiunque, non è colpa sua.
Voi avete mai convissuto con il vostro partner? Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a farlo?
Abitando insieme la vostra vita è cambiata in positivo od in negativo?
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Commenti
Non saprei che dirti, sai? Nel senso che all'inizio stavo bene perchè eravamo molto affini su tantissime cose.
Poi pero' quando le cose hanno cominciato ad andare male mi sono sentita soffocare. Ed è stato difficile perchè abbiamo avuto una storia molto complice, in cui facevamo molte cose assieme..
All'inizio cio'che mi fece decidere fu proprio questa affinità. Mi divertivo con lui.
Pero'...non so...è stato il primo e l'ultimo con cui ho convissuto ed oggi non lo rifarei. Anzi oggi penso che la convivenza non sia affatto necessaria, ma forse sia un luogo comune di come "si dovrebbe" vivere la coppia.
Ovvio che su uno ha desiderio di farlo, sia giusto farlo, ma la mia esperienza (come donna) della convivenza la riassumerei come : mi è stata tolta più energia di quanta me ne sia stata data.
All'inizio la mia vità cambiò in positivo ma poi negli ultimi anni erano problemi continui esasperati dalla troppa vicinanza.
Comunque sia, questa è solo la mia esperienza, non puo' valere per tutti. ;)
Anche io penso che la convivenza non sia necessaria, diciamo che dovrebbe essere un "di piú"
Passai dall'essere servita e riverita da mia madre, e potermi permettere di spegnere il cervello o pensare alle vacche svizzere tutto il tempo... Al dover pensare a tutto io...
Mi è servito? No! alla fine mi sono ugualmente sposata!
Le diverse abitudini o ciò che "pesa" di alcune abitudini dell'altro vengono fuori in maniera prepotente solo dopo la nascita di un figlio.
Prima di allora tutto sommato non cambia nulla!
Conosco coppie state insieme per anni andate d amore e d accordo e poco dopo essere andate a convivere si sono lasciate per incompatibilità di vivere insieme.
Non cambia nulla alle coppie che convivono che ad un certo punto si sposano. Non è certo un anello e due firme a modificare la situazione domestica.
Un figlio senz altro si, quello scombussola tutto. Ne so qualcosa :D
@RobK se il tuo ragazzo ti conosce e sa che hai magari bisogno dei tuoi spazi e seguire le tue abitudini andare a convivere è un bel passo avanti per la coppia.
Molti pensano alla convivenza o al matrimonio come cambiamenti che "stravolgono" la vita...
Ti assicuro che il difettuccio che eri disposto a tollerare quando si era solo in 2 può diventare intollerabile con un bambino in casa...
Perciò io sono a favore senz'altro della convivenza senza grosse remore... Nulla di irreversibile...
@_rdn_ ti va di parlare delle strategie di coppia che avete sviluppato?
Comunque in questi giorni mi sto convincendo sempre di piú che andare a convivere porterebbe del positivo... Se riesco a sistemare delle cose, è probabile che entro l'anno prossimo farò questo passo
Sia perché alcune sono sicuramente modellate su come siamo noi e sul nostro tipo di relazione, sia perché quelle più generali ho paura che sembrino scontate, e quelle nel particolare sembrano delle inezie e poco utili.
Magari provo a fare un discorso più generale sull'inizio della convivenza (quindi lasciando fuori le cose sull'evitare che la routine spenga l'iniziativa della coppia) con qualche esempio. Magari sarà un discorso un po' inutile e scontato, nel caso me ne scuso già a priori.
Prima di tutto, cosa già utile in una coppia ma secondo me essenziale nella convivenza: essere espliciti. Io ho proprio messo in chiaro questa cosa, dicendo anche che se l'altra persona si aspetta che io capisca cosa vuole da uno sguardo o un commento vago, per me diventa un inferno.
(esempio stupido: al mio partner dà fastidio ci siano più di 3 paia di scarpe fuori dalla scarpiera. Saperlo mi ha aiutato tantissimo, se non lo avesse esplicitato non sarei mai arrivata a questo compromesso. O le avrei lasciate fuori dando fastidio a lui, o se avessi notato il suo fastidio le avrei sempre messe tutte a posto - cosa che in me fa subentrare altre dinamiche di dubbio tipo "se però sono bagnate/se devo usarle tra poco..."-).
Un modo per dirsi queste cose all'inizio, per sdrammatizzare e sfruttare la novità come gioco, è buttarla su reciprochi veti.
Questo a me ha aiutato anche a far capire al mio partner che non può dirmi troppe cose o troppo rigide, perché poi io le seguirei pedissequamente e non come un semplice consiglio. Mentre mettendo 5-10 veti da applicare reciprocamente, ci siamo sentiti meno in colpa di dire all'altra persona alcune cose perché appunto lo avevamo concordato. Esempio di come mettere un veto totalmente inventato: "allora vediamo....ho ancora 4 veti e non so proprio come usarli -risata- quindi cosa ne dici se quando cucini la pasta il condimento lo metti direttamente nei piatti? Così non si attacca alla pentola... pensa quanto devi essere perfetta/o se sono queste le cose per cui uso i miei veti -altra risata-"
Però visto che erano limitati, abbiamo scelto bene le cose che preferivamo che venissero cambiate (e quindi non abbiamo iniziato a criticare ogni minima cosa) e soprattutto ci abbiamo scherzato, senza mettere in discussione il veto dell'altro (cosa che invece se si parla troppo seriamente diventa una cosa personale, e si finisce per cercare di convincere l'altro del perché quella cosa va fatta/non fatta). E poi a posteriori, più tranquilli di poter dire le cose perché non è stato un trauma, non abbiamo avuto più bisogno di farlo.
Ci sono molte altre cose, sugli spazi reciproci, sulla gestione delle faccende... ecc. Ma a parte che alla fine torna sempre al concetto di essere chiari (e poi trovare la strategia per viverla bene, ma come quella dei 'veti' è proprio legata alla situazione e alle persone), ora sono un po' di corsa e questo è un discorso che potrebbe non finire più :)).
Se @RobK hai avuto la pazienza di leggere tutto e non ti è sembrato totalmente inutile e vuoi chiedermi qualcosa in particolare, ti rispondo volentieri!
L'idea di rendere la cosa leggera come un gioco è davvero geniale