Maria è la giovane madre di due bambini: Marco è altruista e coraggioso mentre il piccolo Giovanni è timidissimo, dotato di una sensibilità fuori dal comune e al tempo stesso insensibile agli eventi che lo circondano, tanto da trascorrere ore e ore solo in compagnia di se stesso e dei suoi Lego. La loro vita si svolge secondo una tranquilla routine, fino a quando le condizioni di salute di Giovanni non peggiorano di punto in bianco: otite, varicella, bronchite. Per non dire che il bambino all´età di tre anni non parla ancora. Inizia così a sgretolarsi quello che si rivela un fragile equilibrio familiare: il padre se ne va di casa, Maria è invece costretta a un estenuante carosello tra medici e specialisti, sostenuta dalle premure di un amico dottore. Benché nessuno sappia con precisione diagnosticare il male di Giovanni, né tanto meno proporre una terapia adeguata, Maria non perderà mai la speranza. Abitavamo in un bosco di querce è un diario intimo e toccante in cui le parole poetiche ed evocative ci aiutano a penetrare l´animo di una madre combattuta tra la paura del presente e l´incrollabile fiducia in un futuro migliore. Uno sguardo delicato e pieno di grazia su cosa significa essere donna e madre.
Sulla difficoltà dell´essere madre sono stati scritti molti libri, sulla devastazione che un figlio particolare può portare nella vita di una donna prescindendo da tutte le più scontate retoriche buoniste forse occorreva ancora dire qualcosa. E l´autrice ci riesce, forte di uno stile essenziale, spezzato, che crea una sorta di vangelo laico a più voci, dove ognuno fornisce una propria chiave di lettura della realtà. Realistico, dolente, a tratti angosciante e sempre originale. Da non perdere.
Ora lo portano in una stanza silenziosa. Ci sono un mucchio di giocattoli. Non si muovono e non respirano. Cercano di distrarlo dal fatto che la mamma è uscita in corridoio. Le lacrime gli rigano le guance, ma il pianto gli si strozza in gola. Gli uomini bianchi sono troppo vicini. Giovanni afferra la scatola di un puzzle colorato e lo rovescia per terra, prende a calci i pezzi, che volano qua e là; poi va a nascondersi in un angolo, il viso contro il muro. La mamma torna. Non devono toccarlo! Non vuole sentire nulla. Nella testa sboccia il fiore rosso della paura…
Giovanni
... In preda allo stupore, e a un acuto senso di inadeguatezza. Se Giovanni fosse sordo, non me ne sarei accorta? In tutta onestà, mi sembra impossibile.[…]Ma lui gioca con il gattino; lo passa da una mano all´altra, gli fa il solletico, e tutto questo tiene il sonno ben lontano. Esasperata, stanca, lo prendo dalle sue mani e lo poso sul pavimento. Il gattino emette solo un flebile “miao”, non certo un ruggito da far tremare i vetri, mentre si allontana. Giovanni lancia un piccolo grido di protesta: poi si arrampica fuori dal lettino, e al buio si dirige, a colpo sicuro, verso la bestiola. La riprende e, silenziosamente, ritorna nel suo lettino. Se mio figlio fosse sordo, come farebbe a trovare un gattino, nel buio?
Maria - la Madre
La mamma vuol bene a tutti e due. Nello stesso modo. Perché dovrebbe preferire Giovanni, oppure me? Tu preferisci la primavera o l´estate? - Giovanni è la primavera, io sono l´estate. – Perché è più piccolo. - So sempre quello che pensa lui. Eccetto, forse, quando vuole nascondermelo.- Abbiamo sempre parlato così tra di noi. Da quando era dentro la mamma. Lei mi diceva che Giovanni sentiva tutto. - Ma non è sempre chiaro. - Adesso? Pensa che tu gli fai paura, dottore. Ha paura del tuo camice bianco. Sai, Giovanni ha paura di certi colori. - Sai una cosa? In questo momento Giovanni è stanco. Pensa anche che questa giornata è interminabile, e che non finirà mai, mai! -
Marco - il Fratello
“Bene, siamo assolutamente certi che suo figlio non è sordo. Lei, però... Non parlo di sua moglie, lasciamola in pace, per stasera.” “Lei non crede nell´istinto delle madri?” “... Lei, piuttosto, non si è mai chiesto come sia sorto in noi il sospetto di sordità? Perché Giovanni finge di non udire?” “Lei sta cercando di dirmi qualcosa. Lo faccia, la prego, senza giri di parole!” “... Ha mai sentito parlare dell´autismo?”
Luca - il Padre
Data di pubblicazione: 2012-03-30 16:20:17
Ultima modifica: 2012-04-15 06:55:53
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