Quando la socializzazione stressa
Un recente studio mostra un elevato aumento di cortisolo nei bambini autistici durante l´interazione sociale
Autori dello studio: Blythe A Corbett, Clayton W Schupp, Kimberly E Lanni
Articolo scientifico originale: Comparing biobehavioral profiles across two social stress paradigms in children with and without autism spectrum disorders.
Riportato e annotato da David Vagni
Ventisette bambini con ASD e 32 con sviluppo tipico hanno completato un compito valutativo standardizzato di gioco sociale con i coetanei. Lo stress fisiologico è stata misurata mediante il cortisolo salivare in nove punti temporali.
Il livello di cortisolo medio di entrambi i gruppi durante l´esposizione iniziale a situazioni sociali era significativamente maggiore rispetto ai livelli basali, ma la responsività allo stress era significativamente differente tra i gruppi: il gruppo tipico ha mostrato una riduzione significativa del cortisolo nel tempo, mentre il gruppo ASD ha mantenuto un livello elevato.
Uno dei risultati più consistenti nell´ASD è l´eterogeneità in molte aree del funzionamento biologico, comportamentale e neurale. Corbett e collaboratori hanno osservato differenze significative nelle variabilità nelle risposte del cortisolo tra i gruppi, tale che i bambini con DSA hanno mostrato una più ampia gamma di valori di cortisolo dei coetanei. Inoltre, gran parte della varianza totale è risultata legata a grandi differenze intra e inter individuali e all´interno del gruppo ASD.
L´età è risultata un moderatore positivo dello stress per il gruppo ASD, mentre il QI è risultato un moderatore negativo per il gruppo tipico.
Le risposte iniziali ai paradigmi sperimentali sono altamente correlate, indicando che i bambini di entrambi i gruppi con una risposta maggiore in uno dei due esperimenti, l´aveva anche nell´altro.
La risposta iniziale non sembra ASD specifica, ma sembra più una caratteristica individuale. In altre parole, la responsività iniziale al cortisolo per nuovi scenari sociali nei bambini con ASD appare guidata da altri fattori come il temperamento. Inoltre, la risposta alla novità era simile indipendentemente dal tipo di stress sociale.
I bambini con ASD mostrano spesso modelli atipici di sensibilità agli stimoli. I risultati attuali dimostrano anche una iper-responsività alla novità che trascende il paradigma sociale specifico. Ciò implica che la risposta alla novità è intrinsecamente associato alla funzionalità basale dell´asse LHPA (Asse Limbico-ipotalamo-ghiandola pituaria-corteccia surrenale, una parte importante del sistema neuroendocrino che regola le reazioni allo stress e regola i processi del corpo, tra cui la digestione, il sistema immunitario, l´umore e le emozioni, la sessualità, lo stoccaggio di energia e la sua spesa), con un conseguente effetto biologico diretto indipendentemente dall´esposizione ad un fattore specifico di stress.
Recenti studi in adulti tipici hanno indicato che l´evitamento della novità è un tratto temperamentale associato ad un alto livello di cortisolo, caso inverso per la ricerca di novità novelty-seeking. Questi effetti sono distinti dai fattori psicologicamente mediate, che possono verificarsi in risposta a uno stress psicosociale specifico, come il TSST-C (uno degli esperimenti condotti Trier Social Stress Test for Children).
La predilezione di molti bambini con ASD per l´evitamento di situazioni nuove potrebbe essere analoga a una caratteristica del temperamento e considerata in un continuum. L´eccitazione fisiologica è strettamente legata alla stabilità, altra caratteristica temperamentale.
Anche se i bambini di entrambi i gruppi hanno mostrato responsività alla novità, i bambini con DSA hanno mostrato una risposta persistente di stress, mentre il gruppo tipico ha mostrato un recupero più rapido.
Il declino più rapido del cortisolo nel gruppo tipico potrebbe riflettere un più efficiente circuito di feedback legato ad una valutazione corticale a seguito della risposta basale immediata.
In alternativa potrebbe riflettere una attivazione più modesta primaria.
Molti bambini con ASD hanno mostrato una maggiore e costante eccitazione fisiologica a fattori di stress sociali.
Come notato sopra, rimane variabilità nella risposta allo stress che dipende chiaramente dall´interpretazione dell´evento come minaccioso.
Se l´evento non è fondamentalmente percepito come una minaccia, la risposta sarà diminuita. In breve, non tutti gli eventi sociali sono ugualmente stressante per le persone con ASD. Inoltre, si riconosce che la risposta reale per il fattore di stress è influenzato anche dalla interpretazione iniziale e la risposta alla nuova situazione. La risposta allo stress dipende quindi fortemente dal contesto.
Dal momento che l´attenzione, la percezione e l´interpretazione degli stimoli sono necessari per una risposta (anche allo stress), indagare i fattori che possono moderare l´eccitazione fisiologica è una ricerca preziosa.
Il presente studio ha dimostrato che l´età è un moderatore molto forte a tal punto che per ogni anno di età c´è stato un aumento del 75% del livello di cortisolo al di sopra dei livelli base.
Questa associazione non è stata osservata nei coetanei neurotipici e mostra, in accordo con la letteratura precedente che con l´aumentare dell´età, l´aumento della consapevolezza e l´aumento delle concomitanti sfide sociali, contribuisce a tassi più elevati di ansia e stress nei bambini con ASD.
I risultati hanno anche mostrato che il QI è stato un moderatore significativo per il gruppo tipico. I bambini con QI più alto sperimentavano una responsività (misurata attraverso il cortisolo) inferiore alla novità.
La moderazione del QI durante l´esposizione iniziale non è stata osservata nel gruppo ASD, ma è anche vero che la variabilità del QI nel gruppo ASD era schiacciata verso il basso (intervallo QI: 75-128) rispetto al gruppo tipico (intervallo QI: 99-142).
Curiosamente, al momento di valutare separatamente i paradigmi sperimentali, i livelli di cortisolo nei bambini tipici ad alto QI ha mostrato in realtà una risposta differenziale. Una risposta minore durante il gioco sociale, una risposta maggiore durante la valutazione sociale da parte dei coetanei. Dal momento che la percezione del rispondente è fondamentale per innescare una risposta allo stress, è significativo che i bambini con più alto funzionamento cognitivo non percepissero l´interazione sociale come stressante, quanto il giudizio sociale. Questa relazione suggerisce che la valutazione cognitiva è un moderatore importante dello stress, in particolare per quelli con una maggiore intelligenza.
In questo modello, i due paradigmi sociali – interazione tra pari e valutazione sociale – sono i fattori di stress potenziale. Diverse strutture cerebrali coinvolte nella cascata neuroendocrina sono implicati nella neurologia dell\\'ASD e possono influenzare i modelli bio-comportamentali osservati.
E´ ben noto che quando un individuo sperimenta un livello di eccitazione in risposta ad un fattore di stress percepito, c´è l´attivazione di strutture limbiche, come l´amigdala e l´ippocampo, e della corteccia pre-frontale mettono in moto una cascata neuroendocrina. L´amigdala è un rilevatore della novità e della minaccia ed è molto sensibile a stimoli nuovi durante la valutazione sociale e affettiva. Questa struttura viene attivata in modo differente nell´ASD e si ipotizza che contribuisca alla maggiore ansia e stress nei soggetti con autismo
Se l´individuo percepisce l´evento come stressante, l´amigdala avvia una risposta fisiologica.
È importante sottolineare che la corteccia prefrontale, responsabile delle funzioni esecutive, svolge un ruolo fondamentale nella valutazione cognitiva e può influenzare la reattività in risposta ad informazioni raccolte dal contesto in cui si verifica l´evento stressante. Un individuo può percepire l´evento come minaccioso o scegliere di evitarlo sulla base di fattori legati all´esperienze personale e quindi alla storia passata.
Dal momento che la corteccia prefrontale è vitale per il controllo cognitivo e funzionale alla contestualizzazione del ragionamento, può contribuire alle risposte differenziali allo stress dei bambini neurotipici con un QI più alto. Inoltre, un´attivazione accresciuta inizialmente innescata dall´amigdala potrebbe non essere inibita a causa di un circuito disfunzionale o una connettività ridotta tra la amigdala e corteccia prefrontale nell´ASD, portando ad una risposta allo stress prolungata in contesti sociali dinamici.
L´ippocampo, localizzato nella zona mediale del lobo temporale, svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale e a sua volta può essere responsabile all´interno dell´asse limbico-ipotalamo-ipofisi-surrene per la cascata di neuropeptidi e del rilascio di cortisolo dalla corteccia surrenale. Anche in questo caso sono state evidenziate in letteratura differenze anatomiche nel caso dell´autismo che possono aumentarne la risposta.
Per entrambi i gruppi, la risposta alla novità è idiosincratica, ma è un buon predittore per la reattività alle situazioni nuove, sottolineando in tal modo l´importanza di preparare i bambini estremamente sensibili con orari o altre strategie preparatorie di coping. Nell´ASD, la variabilità significativa del cortisolo, conferma l´eterogeneità e la necessità di individuare gli interventi su base individuale. Questa osservazione è scandita dal fatto che le situazioni sociali, anche lievi possono portare a stress elevato e prolungato che si intensificano con lo sviluppo e l´esperienza. L´idea che un QI più alto nei bambini con sviluppo tipico svolga il ruolo di moderatore dello stress ha implicazioni importanti da questo punto di vista. Terapie atte ad aumentare la capacità esecutiva ed il suo collegamento con i centri limbici potrebbero portare vantaggi consistenti nei bambini ASD con livello cognitivo più alto.