Depersonalizzazione e derealizzazione
Le sensazioni riferite come depersonalizzazione e derealizzazione, non sono allucinazioni ma sentimenti, spesso spiacevoli, che l´esperienza del sè o della realtà circostante non sia vera o sia alterata. Non indicano l´inizio di una psicosi o di insanità mentale. Questo tipo di sintomatologia ansiosa è anzi abbastanza comune (anche nella popolazione generale in situazioni di grande stress emotivo) ed è una risposta fisiologica dell´organismo per richiamare l´attenzione e salvaguardare la psiche.

Sintomi
Diverse sono le forme attraverso cui si manifesta la sensazione di distacco da se stessi (Steinberg, Schnall, 2001), tra i possibili sintomi: Depersonalizzazione:
- la sensazione di guardare dall´esterno il proprio corpo compiere le azioni
- la sensazione di guidare il proprio corpo come fosse un robot o un personaggio di fumetti/videogiochi/giochi da tavola.
- la sensazione di essere scisso in una parte partecipante ed una osservante sentirsi irreali e meccanici
- la sensazione di essere invisibili
- l´incapacità di riconoscersi allo specchi
- la sensazione di guardare come un film su se stessi
- la sensazione che le altre persone siano reali ma non noi stessi
- un forte senso di distacco dalle proprie emozioni
- Una percezione distorta del proprio corpo
- La perdita di sensibilità di parti del corpo
Derealizzazione:
- la sensazione che l´ambiente circostante sia irreale
- la sensazione che gli altri siano automi, robot o comunque persone “non vere”
- la sensazione di guardare il mondo attraverso un velo od una nebbia
- la sensazione che il mondo circostante sia un sogno od un´allucinazione
- la sensazione che l´ambiente circostante sia “piatto”
- la sensazione che il mondo circostante sia “sfocato/scolorito”
- la presenza di dialoghi interattivi con una persona immaginaria (che però non sia un´allucinazione e si mantiene il senso che sia in qualche modo differente dal resto)
- Il forte dubbio momentaneo su cose che si davano per certe.
La depersonalizzazione lieve rappresenta una risposta transitoria, funzionale a contrastare intensi vissuti d´ansia in un situazione di stress o di pericolo di vita. Nelle condizioni gravi rappresenta invece una sindrome capace di procurare intensi stati di ansia e di angoscia legati proprio al deficit dell´integrazione delle emozioni traumatiche all´interno di un sistema associativo, tipico di un Sé stabile e coeso. è quanto avviene ad esempio in coloro che hanno subìto ripetuti abusi sessuali durante l´infanzia. Si è constatato che tra i pazienti psichiatrici la depersonalizzazione viene diagnosticata il più delle volte come sintomo associato con altri disturbi come la schizofrenia, il disturbo dissociativo d´identità, la depressione, i disturbi d´ansia, piuttosto che come disturbo puro -Gabbard, 1994-
Il meccanismo
Il meccanismo per il quale accade è abbastanza semplice:
Situazione ansiogena ->
stimolazione meccanismo “scappa o lotta” con attivazione dell´amigdala (fight or flight) ->
le risorse “mentali” sono assorbite dall´amigdala che stimola un “iperfocus” della concentrazione con focalizzazione sull´obiettivo considerato pericoloso ->
la coscienza e con essa il senso di se e di realtà viene momentaneamente diminuita e “spostata in secondo piano” (ovvero distolta dall´attenzione) a causa della richiesta di risorse da parte dell´amigdala.
In questo contesto è “funzionale” in quanto permette di attirare tutte le risorse sullo stimolo “pericoloso” e al contempo desensibilizza la risposta emotiva all´ambiente riducendo il possibile “danno psichico”.
Diventa disfunzionale, quando si entra in un circolo vizioso per il quale l´amigdala è perennemente eccitata e lo stesso stato di ansia viene percepito come “pericolo”, in quel caso il “focus” è sull´ansia stessa innescando un processo di retroazione positiva (in cui il ciclo si autoalimenta) e viene spostato in “background” tutto il resto, quindi sia il se che l´ambiente. Per questo motivo sembra tutto “piatto/uguale” e si ha la sensazione di osservarsi “dall´esterno”.