Il giorno che corre
Un natale narrato da una persona Asperger
Autore: Simone Knowing Simon S
Le persone sono molto strane, il giorno di Natale. Hanno sorrisi strani, hanno occhi strani. Tutti hanno sorrisi, il giorno di Natale, anche chi non sorride mai.
I miei occhi si sono aperti molte volte questa notte. Essi si aprono molto quasi tutte le notti, ed in alcune riesco a vedere tutte le ore dell´orologioLi apro ancora una volta e penso che io sono vivo. Io sono vivo. Come ieri. Ma diverso da ieri. 144 bilioni di mie cellule sono morte e 300 bilioni di mie cellule sono nate, nelle ultime 24 ore, nel mio corpo. Io sono diversamente vivo
Dentro me sento il rumore del sangue che scorre: io posso sentire quanto ruvide sono le mie arterie e le mie vene. E sento il battito del cuore e se non mi concentro, in alcuni momenti, mi distrae, mi dá fastidio. Il mio cuore dá fastidio
Rannicchiato fra le coperte, avvolto stretto nelle lenzuola nel modo che mi fa stare bene, sento il suono del silenzio del primo mattino. E pensoOggi é Natale? Si. E´ Natale. Oggi é Natale. Tutto é spento, ma il calendario del telefono parla chiaro. C´é scritto 25 Dicembre. Oggi é proprio NataleEppure é solo UN venerdí, é SOLO un venerdí. Il giorno dopo il giovedí e prima del sabatoMiliardi di miliardi di venerdí sono passati da quando la Terra si é formata, eppure oggi é un venerdí “speciale”, diverso da tutti gli altri venerdí. Ne prendo atto, ma mi infastidisce, perché penso che anche questo venerdí avrá 24 ore, cioé 1440 minuti, cioé 86400 secondi, esattamente come tutti gli altri venerdí, eppure é “speciale”. Bah, sará cosí, ma non mi convince per niente
Mi alzo dal letto, e il primo pensiero é di guardare fuori dalla finestra per controllare se é nevicatoE´ nevicato? A Natale dovrebbe nevicare…nei film nevica sempre, a Natale, e le persone guardano fuori dalla finestra e sorridono, e sul vetro resta l´alone dei respiri dei bambiniInvece no. Non é nevicato. E sul vetro della finestra non resta l´alone dei respiri dei bambini. Non resta proprio niente, proprio niente. Accidenti. I film dicono bugie, spesso. Ne prendo atto, ma mi infastidisce anche questo. Giá due cose mi infastidiscono, devo concentrarmi se no é finita
Mi muovo in assoluto silenzio, controllando ogni muscolo, ogni articolazione. “Zitti muscoli! State zitti!” dico dentro di me, ma poi mi fermo perché ho paura di fare rumore anche solo dicendo le cose dentro di meIo vorrei non spezzare questo momento, vorrei fermare questo momento e non fare iniziare il giorno che corre. Ma non posso, non posso. Il tempo non si ferma, lo zero assoluto ancora non l´abbiamo raggiunto. In questo momento penso che questo limite tecnologico é davvero un grande peccato
Cammino in corridoio, facendo un poco di luce con lo schermo del telefono, altrimenti io cado. Al buio so che non riesco a camminare, non riesco a restare in piedi in equilibrio, perché non mi accorgo piú dove stanno le mie braccia, e la mia testa, e le mie gambeL´orologio in cucina fa rumore: clic clic clic clic. Inesorabilmente misura il tempo, almeno fino a che la batteria non sará scarica, e penso a quanto nell´era digitale sia incredibile il fatto che ancora qualcuno usi orologi meccanici che fanno rumoreCon infinita attenzione, estraggo una sedia da sotto il tavolo e mi ci siedo a gambe incrociateUltimi istanti di silenzio, ultimi momenti di quiete, poi inizierá tutto. Il giorno che corre comincerá a correre davvero
Sento un rumore, sento dei passi. Li riconosco: mio padre si é svegliato“Buon Natale”, mi dice, e mi sfiora con la mano, ma io mi sposto un poco: non mi piace essere toccato“Grazie anche a te”, rispondo. Perfetta risposta, penso: breve, chiara, dal contenuto informativo inequivocabilePrendo la mia tazza, lo zucchero, il latte, il caffé e faccio colazione come sempre, in silenzio. Sono troppo concentrato per dialogare. Godo ancora un poco dell´immobilitá del giorno che corre anche se, ormai, mi rendo conto che il giorno che corre sta giá correndo
Le persone sono molto strane, il giorno di Natale. Hanno sorrisi strani, hanno occhi strani. A volte capita anche a me di svegliarmi e pensare di avere occhi strani, o la testa piú rotonda. Soprattutto il venerdiTutti hanno sorrisi, il giorno di Natale, anche chi non sorride maiPenso che magari si sforzano di dimenticare per un giorno le loro preoccupazioni, ma penso al perché debbano per forza farlo il 25 Dicembre. Non potrebbero scegliere un altro giorno? Che differenza farebbe? Nessuna. Forse é una illusione. Le persone si illudono? Sono illusioniste? Non trovo risposta. Ma ci penso
Io ho accordato 1 ora ai parenti, dopo di che sono libero. Il contratto l´ho raggiunto capendo che per loro comunque sarebber una mancanza, genererebbe tristezza, ed io non voglio generare tristezza. Forse sono un illusionista anche io..
Prima che arrivino, esco a camminare. Camminare fa molto bene, scarica molta tensione. E se cammini il giorno di natale di mattino presto, senti l´aria che ti pizzica i bronchioli, e ti risvegli, ti risvegliCammino con il cappuccio sulla testa. C´é silenzio. Silenzio e bronchioli che pizzicano, una combinazione incredibileIncontro personeIl giorno di Natale le persone ti salutano come se non vedessero l´ora di rivederti, anche se magari, di solito, non ti salutano.
“Auguri! Come va?”, ti dicono, e mostrano i loro denti in modo esasperato“Auguri anche a lei”, rispondo. La seconda domanda ormai so che é un modo di dire. Non interessa davvero loro sapere come va. E´ un modo di dire, per dimostrare cordialitá. Ed io l´ho imparato, e non aggiungo altroContinuo a camminareOgni tanto ripenso che dovrebbe esserci la neve, e invece non c´é, per lo meno qui dove mi trovo io, e percorro 12475 passi. Il contapassi é un aggeggio stupendo, incredibilmente soddisfacenteRitorno, e i parenti sono giá arrivati. Sento il loro odore sulle scale, sento il loro rumore. L´aria é cambiata, é aria fritta di parenti
Mi fermo un attimo dietro la porta e decido il da farsi. Entreró, saluteró, diró “Auguri” senza dire “Come va”. Spero che non abbiano regali per me perché io non voglio regali e ormai lo sanno. I regali mi danno molta angoscia, soprattutto se hanno la carta e tutto il resto, ma soprattutto perché penso che i regali non debbano essere un obbligo del giorno che corre. Se una persona vuole fare un regalo, lo puó fare durante tutti gli altri 364 giorni (365 negli anni bisestili), e non vedo perché, se non lo fa, lo debba fare proprio in quel 365esimo giorno. Lo sanno, che non amo i regali, gliel´ho detto che non mi serve nulla, ma nonostante ció, qualcosa c´é sempre, perché “non si puó non fare regali il giorno di Natale”, dicono. Ed io appoggeró quel qualcosa sullo scrittoio perché non avró il coraggio di aprirlo. Un anno ho atteso 5 giorni prima di aprire il regalo dei miei genitori. Si sono arrabbiati. Ma l´idea di vedere cosa c´era dentro, e di rompere il pacchetto, mi angosció moltissimo. Moltissimo
Tiro un respiro profondo ed entroFaccio tutto ció nei piani“Auguri”. Niente come va. Prendo il qualcosa che c´é, accidenti, c´é. Non sono contento, perché mi sembra che non mi ascoltino maiAppoggio quel qualcosa sullo scrittoio e mi siedo a tavola: l´ora pattuita é incominciata
Mi dá fastidio avere persone vicine che mangiano, durante il giorno di Natale: sento il rumore del cibo nella loro bocca, sento gli odori dei sottaceti, lo stridio delle forchette nei piatti, sento le risate “AHAHAHAHAHAH” esagerate senza misura, sento le voci che si sovrappongono in una cacofonia incomprensibile, devo rannicchiarmi in un angolo del tavolo, e devo cambiare persino il mio posto di sempre. In realtá il mio posto di sempre non esiste piú, perché il tavolo é diverso, non é piú lo stesso: ha anche la tovaglia bianca e rossa. Ma soprattutto, sento il loro odore estraneo nell´aria, penso alle loro orme sul pavimento, ai loro corpi sul divano, ai loro oggetti sparsi per la casa, ai loro soprabiti appoggiati sul letto. Tutto sta cambiando, in quel momento, tutto viene come contaminato, e ci vorranno giorni, giorni e giorni prima che ritorni tutto come primaAlla TV perennemente accesa programmi di scarsa qualitá e film commoventi scandiscono il tempo espandendolo e frenandolo, e io conto i minuti che ancora devo stare a vivere tutto cióNon ho fame, non ho sete, sento solo la necessitá di quiete, di ritirarmi in un pezzettino di mondo incontaminato, sempre che ancora esista60 minuti sono moltissimi, in alcune situazioni: ti accorgi in modo esasperante quanto il concetto di relativitá temporale sia davvero applicabile alla quotidianitá anche senza scomodare la curvatura spazio tempo… MA prima o poi l´ora terminaNon possono lamentarsi: questi erano gli accordi
Saluto. “Ciao”. Esco
Mi scende una lacrima. Sono molto agitato, molto teso, ma soprattutto triste. Mi sembra di essere stato in guerra. So che l´aria fredda dell´aperto candeggerá i miei vestiti e eliminerá un pochino l´odore di estranei
Cammino e mi allontano dalla cittá, dai palazzi, dai rumoriRaggiungo la mia casaApro la porta, entro, chiudo la porta dietro meLascio il mondo fuori
E mi assale grande tristezza. Infinita tristezza
Mi sento diverso, estraneo a tutto. Vedo gli altri che sorridono, che attendono con impazienza questo giorno, e io invece non riesco, perché sono troppo preoccupato di come andrá, di cosa accadrá. Vedo gli altri che si abbracciano, e producono ossitocina, e io invece non abbraccio se non due persone che sono peraltro molto lontane geograficamente. Vedo gli altri che si scambiano doni e godono della sorpresa, mentre a me, questo, fa venire acido in bocca
E dentro me, poi, sento tutto il mondoIo sento tutto il mondo. Io penso a tutto il mondo, alle sue contraddizioni
Penso che ogni quattro secondi una persona adulta o infante muore di fame, mentre qualcuno si abbuffa a tavola. Penso che qualcuno puó riempire una piscina d´acqua, mentre in alcune parti del mondo le persone ucciderebbero per averne un bicchiere. Penso che forse, a Roma Termini, accanto alla macchinetta delle fototessere, c´é ancora quell´uomo senza fissa dimora, sulla sedia a rotelle, che ho giá visto due volte, con la barba lunga e sporca, dimenticato dalla societá. E penso che non riesco a non pensare a tutto ció, perché io penso sempre, sempre, non mi fermo mai, e tante volte sono cosí sfinito che non riesco nemmeno a parlare
Mi assale infinita tristezza perché so esattamente cosa vorrei: vorrei solo la semplicitá e la giustizia, nel giorno che corre. Io vorrei la semplicitá e la giustizia, ma nonostante i miei sforzi, mi sembra di non riuscire ad averle mai
Mi accarezzo la testa, mi stringo in una coperta, mi faccio compagnia e mi rincuoro, perché so che in questo momento mi sembra di non riuscire ad averle mai ma so anche che é solo una sensazione momentanea alla quale non dare troppa importanza, perché quando il giorno che corre sará finito, quando si metteranno via i piatti in piú e le sedie pieghevoli, quando le TV verranno spente e sentiró il rumore della lavastoviglie che gratta via i residui del cibo e spegne gli odori, quando il tavolo ritornerá alla sua dimensione abituale, quando gli invasori se ne saranno andati e con loro avranno portato via odore e rumore, quando i sorrisi torneranno ad essere usati solo in caso di emergenza o di effettiva e comprovata significativitá, la prospettiva sará diversa e piú aderente alla realtá. E poi penso al giorno dopo, che sará infinitamente piú bello di quello in corso, perché incontreró persone che so che davvero capiscono meilgiornochecorre.jpgLeggo un libro. I libri sono ottimi compagni: essi raccontano senza parlare, racchiudono pensieri e non si lamentano mai di te. Mai. I libri sono ottimi compagni, anche nel giorno che corre

Sono le 21.10E´ ancora natale, il giorno che corre, ma tutti gli invasori se ne sono andati e io mi risento contento, sollevato. Riprendo a respirarePenso se é giusto che io provi questa sensazione, ma poi mi dico che ho salutato, ho fatto gli auguri, non sono stato scorbutico, ho rispettato gli accordi, e che infine se sento cosí non so che farci
E prima di andare a letto, di ritornare a stringermi nelle coperte, vedo mio padre e mia madre, e dico loro: “Io vado a letto. Auguri.”
E nonostante io fatichi a intuire i pensieri delle altre persone, io so che essi sanno che questi sono gli auguri piú sinceri che siano stati loro rivolti fino a quel momento
Io non odio il natale. Io non odio né disprezzo le persone. Io non odio il giorno che corre. E´ solo che corre troppo velocementeDovrebbe correre lentamente. Forse sulla Luna il giorno che corre corre piú lentamente per via della gravitá ridotta. Non lo soIo vorrei solo semplicitá e giustizia. Mi basterebbero, nei miei pensieri. Semplicitá e giustiziaMa io sono tenace e non pigro, non credo nella fatalitá e pertanto non aspetteró che qualcuno le costruisca per me: io agiró, costruiró, cambieró piano piano le coseHo ancora 364 giorni (365 negli anni bisestili), prima del prossimo giorno che corre. Non c´é tempo da perdere
Chiudo gli occhi e penso. Non c´é tempo da perdere…non c´é tempo da perdere